Il Governo giungerà rapidamente ad un Piano di riforme sull’Urbanistica come “Principi in materia di politiche pubbliche territoriali e di trasformazione urbana”.

L’annuncio è arrivato dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, il quale -partecipando a Milano all’incontro internazionale EIRA (Expo Italia Real Estate)- ha evidenziato l’intenzione di affrontare la riforma del governo del territorio mediante tre elementi: trasparenza, semplificazione delle procedure e certezza del diritto.

 
 

“Sarà un disegno di legge in venti articoli – ha detto – e potrà essere presentato dal governo e non potrà essere un decreto. Due le linee guida: da una parte i principi fondamentali del governo del territorio, dall’altra le politiche urbane, l’edilizia sociale e le semplificazioni in materia edilizia. Mi auguro – ha concluso – che il governo lo presenti e abbia un iter rapido”.

Quindi ci potrebbe essere una imminente nuova legge urbanistica, ma a quali condizioni?
Va dato atto che la bozza del disegno di legge ha il merito di una visione organica che tenta di dare risposte a tutte le questioni aperte in questi anni dalla prassi urbanistica e dalle leggi regionali, ma speriamo che Maurizio Lupi, politico di proverbiali capacità organizzative, non cada sulla classica buccia di banana della fretta?

I temi del governo del territorio, ormai identificato erroneamente solo con l’esigenza di porre un freno al consumo di suolo, non possono essere affrontati in tempi brevi – anche se tutti sono consapevoli della vera emergenza in atto e dell’attesa riforma che va avanti da oltre 70 anni.

Già all’inizio del 2014, anche Roberto Morassut scriveva su l’Unità che “con buona dose di approssimazione, il termine urbanistica è stato sostituito da quello di consumo di suolo”.

Siamo convinti invece che una riforma urbanistica nazionale, affrontando integralmente un progetto unitario con le varie modifiche istituzionali (vedasi la riforma del Titolo V della Costituzione), possa realmente dare lustro alla Vera Urbanistica come interpretazione del futuro, in una dinamica più vicina alle esigenze globali e non agli inevitabili desideri speculativi.

Arch. Lorenzo Margiotta

 
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