Valorizzazione dei beni comuni, gestione partecipata delle aree, degli spazi pubblici e degli edifici in stato di abbandono che producono ingenti costi per la collettività e situazioni di degrado: di questo e della possibilità delle comunità locali di recuperarli e gestirli trasformandoli in beni comuni si è parlato giovedì scorso al Congresso nazionale di Federnotai.
Lo scopo è far sì che la cittadinanza possa tornare a godere di spazi che saranno destinati a finalità di interesse generale.
Affinché questi beni possano continuare a vivere è necessario un progetto per una gestione economicamente sostenibile e rispettosa delle caratteristiche di questi “beni di comunità”, ossia in grado di produrre sviluppo economico.
Percorrendo l’Italia da nord a sud sono tante le esperienze di manutenzione civica dei beni comuni, dalla scuola all’immigrazione, dai beni culturali agli spazi verdi. Energie presenti nel paese che attendono di essere liberate e messe a disposizione dell’interesse generale.
Labsus è un laboratorio per l’attuazione del principio di sussidiarietà, dove cittadini attivi elaborano idee e creano progetti proprio per la gestione e valorizzazione degli spazi comuni. E’ stato presentato infatti il regolamento adottato per la gestione dei beni comuni per potenziare il welfare urbano favorendo un modello di amministrazione condivisa attraverso diverse forme di cittadinanza attiva.
In base al principio di sussidiarietà, il soggetto pubblico può scegliere di affidare ai soggetti privati l’amministrazione dei beni comuni, purché questa sia destinata alla realizzazione di finalità di interesse generale. La condivisione nella gestione si articola in più fasi: l’individuazione del bene; la analisi del bene; la progettazione di un nuovo utilizzo; la decisione circa l’utilizzo; la realizzazione dei progetti di gestione.
L’intervento del notaio viene richiesto dai soggetti pubblici e privati coinvolti, per attività di indagine nell’analisi della condizione giuridica dell’immobile; di consulenza nella progettazione della destinazione successiva; di disciplina dei nuovi rapporti giuridici che si instaurano in relazione al bene comune recuperato.