Il Social housing come risposta al disagio abitativo in un nuovo modello di intervento. È stato il tema dell’incontro dello scorso 18 febbraio a Roma organizzato dal ministero delle Infrastrutture al quale ha partecipato AUDIS, rappresentata dalla presidente Elisabetta Meucci.
Da qualche anno le città italiane sono entrate in una fase del tutto nuova rispetto alle precedenti. Questa fase si apre dopo alcuni decenni in cui le città hanno accompagnato un ciclo economico sostanzialmente espansivo, tradotto in una progressiva estensione dei territori urbanizzati.
Il peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie ha reso molto più difficile l’accesso all’abitazione e sempre più problematico sostenere le spese legate all’housing, soprattutto per le fasce più deboli. La nuova domanda abitativa richiede quindi un rinnovato impegno in politiche dell’abitare, più diversificate, flessibili e articolate sul territorio. In questo senso, le politiche della casa non sono più residuali, ma parte integrante delle politiche urbane e dei processi di trasformazione, oltre a rivestire un importante ruolo di ammortizzatore sociale con soluzioni economicamente accessibili.
“Il tema è complesso, ma ormai è stata raggiunta la consapevolezza che la rigenerazione urbana e di conseguenza il social housing non sono più una delle tante questioni con cui deve misurarsi la politica urbanistica. È anzi diventata l’asse portante per un aggiornamento del riformismo urbano che riguarda l’articolare due profili: quello della sostenibilità e quello dei processi decisionali” ha ricordato nel suo intervento la Presidente di AUDIS Elisabetta Meucci.
Il Ministero delle Infrastrutture ha illustrato durante i lavori una strategia lungo due direttrici:
– la prima fa riferimento al riposizionamento in chiave di housing sociale di asset immobiliari esistenti con un’azione che vede singole imprese proporre a singole banche soluzioni d’intervento su determinati asset (workout immobiliare);
– la seconda è costituita dalla valorizzazione degli immobili pubblici.
Il convegno è stato dunque l’occasione per illustrare, dal punto di vista operativo, questi due approcci con casi concreti su entrambe le tipologie di interventi e per conoscere il punto di vista di istituzioni, soggetti finanziari e investitori impegnati nella valorizzazione degli assetti.