Dopo il calo di gennaio, a febbraio il mercato torna in campo positivo: le gare di sola progettazione sono state 227; il numero cresce del 20,7% e il loro valore del 101,2%; rispetto a febbraio 2018 -33,2% in numero e -1,1% in valore.

 
 

Sempre per la sola progettazione, febbraio non riesce però a recuperare il calo di gennaio: nel primo bimestre 2019 le gare sono state 415, per un valore di 87,0 milioni di euro; rispetto al primo bimestre 2018 il numero delle gare si riduce del 30,9% (positivo il numero delle gare soprasoglia a +27,5%) e il valore del 3,0% (ancora positivo il valore delle gare soprasoglia a +33,5%).

Secondo l’aggiornamento al 28 febbraio dell’osservatorio OICE-Informatel, nel primo bimestre 2019 per tutti i servizi d’ingegneria e architettura sono state bandite 735 gare per un importo complessivo di 189,0 milioni di euro che, confrontati con il primo bimestre 2018, mostrano un calo del 21,6% nel numero (positivo a +30,4% il sopra soglia) ma una crescita del 41,2% nel valore (+49,5% sopra soglia).

“Ad un mese calante succede un mese crescente – ha dichiarato Gabriele Scicolone, Presidente OICE – e quindi a un gennaio in calo succede un febbraio in crescita, anche se non recupera quanto perso da gennaio sul 2018. Siamo quindi in un momento di volatilità, si direbbe in termini borsistici, una situazione d’incertezza che potrebbe essere alimentata da scelte contrarie alle logiche di mercato e concorrenziali.
Destano preoccupazione, anche per le probabili ricadute in termini di contrazione del mercato, le prime anticipazioni sui contenuti del decreto-legge sblocca-cantieri che sembrerebbe ripristinare l’incentivo del due per cento a favore dei tecnici delle pubbliche amministrazioni che progettano, la cui abrogazione ha contribuito al rilancio del settore, tornato sui livelli di dieci anni fa”.

 

“Si tratta, continua Scicolone, di un pericoloso e antistorico passo indietro sul fronte della qualità dei progetti, che rischia di ripristinare opache prassi del passato delle quali non si sentiva il bisogno; una scelta contraria ad ogni logica, soprattutto in una fase nella quale la digitalizzazione dei processi necessita di personale che sappia gestire piattaforme BIM, che sia in grado di muoversi all’interno di logiche di project management nella gestione di flussi di informazioni sempre più complessi. Si incentivino, invece, e si riconoscano emolumenti ai RUP – project manager – finalizzati ad obiettivi precisi di rispetti di tempi e costi, non a progettisti che, necessariamente, non possono essere al passo con l’evoluzione delle tecniche di progettazione. Preoccupano – soprattutto se non saranno ben chiarite – anche le annunciate marce indietro sulla centralità del progetto, sulla concorrenza e sui controlli ed è molto negativa la soppressione del tetto, oggi al 30%, per il peso dell’offerta economica che serve comunque a garantire la qualità delle prestazioni offerte e che noi vorremmo fosse al 20%. A nostro avviso bisogna intervenire sullo snellimento delle procedure di approvazione dei progetti e sulla digitalizzazione dell’iter progettuale e realizzativo, unica strada per bloccare varianti e individuare con chiarezza ruoli e responsabilità. Si può anche migliorare e snellire la fase di affidamento con piattaforme per la comprova dei requisiti, con la certezza dei tempi di aggiudicazione, consapevoli però che essa copre soltanto il 10% del tempo di realizzazione di un’opera”.

Continuano ad essere sempre molto alti i ribassi con cui le gare vengono aggiudicate. In base ai dati raccolti fino a febbraio il ribasso medio sul prezzo a base d’asta per le gare indette nel 2016 è al 42,7%, per quelle indette nel 2017 il ribasso arriva al 39,9%. Le notizie sulle gare pubblicate nel 2018 attestano un ribasso del 40,4%.

 
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