Il Mart di Rovereto continua il suo viaggio dedicato al paesaggio attraverso Scenario di terra, un nuovo percorso espositivo che muove da un nucleo centrale di opere delle collezioni del Museo e si amplia grazie a importanti confronti inediti con le opere provenienti da prestiti prestigiosi.
Scenario di terra invita a una riconciliazione tra l’essere umano e il paesaggio, in una sintesi che ricostruisce l’indissolubile relazione tra uomo e natura.
La prima sezione, Terra coltivata, indaga la relazione tra la natura e il lavoro dell’uomo, ovvero, la trasformazione naturale, sociale ed economica narrata nella storia dell’arte principalmente attraverso la pittura. In questa sezione incisioni, stampe e riproduzioni fotografiche provenienti dall’Archivio del ’900 vengono accostate ai dipinti di Umberto Moggioli, Gino Pancheri e Arturo Tosi e a installazioni contemporanee, come il video evocativo e performativo Danza degli attrezzi di Nico Angiuli.
La relazione uomo-natura passa attraverso la conoscenza e l’uso dei materiali naturali, semilavorati o trasformati. La sezione Materia presenta quindi una raccolta di opere bidimensionali in cui i protagonisti sono gli elementi materici naturali come la sabbia, la terra, la ghiaia nelle opere di Giuseppe Uncini, Antoni Tàpies, Enrico Donati, o di materiali grezzi come la seta non lavorata nelle opere di Dario Imbò, o di processi chimici come nell’insolito paesaggio realizzato da Giovanni Ozzola.
Gli elementi naturali divengono opere vere e proprie nella sezione La terra agisce sull’uomo in cui sono presenti i capolavori dell’Arte povera, tra cui Chiaro Oscuro di Mario Merz, Terra animata di Luca Maria Patella, Cinque tronchi divisione moltiplicazione di Michelangelo Pistoletto, Grigi che si alleggeriscono oltremare di Giovanni Anselmo che condividono lo spazio con lavori più recenti come Mountains (Alps) di Matteo Rubbi.
Se nella sezione La terra agisce sull’uomo la natura sembra invadere lo spazio umano, in quella dedicata a I margini del paesaggio la percezione dell’essere umano, cioè la capacità di circoscrivere i limiti dello sguardo per catturare la veduta, acquista un ruolo centrale. I Medium color landscapes di Davide Coltro, gli Appunti per una fotografia di paesaggio di Vittore Fossati o i Cieli di Paolo Vallorz propongono,seppur attraverso stili diversi, la stessa intuizione.
In Immersione-Espansione si rinnova l’armonia tra uomo e natura e il paesaggio diventa luogo nel quale ritrovare benessere o ispirazione. Nei Nuotatori di Carlo Carrà, contemporanei al Tuffatore di Thayaht, l’idea della purezza si esprime attraverso la semplicità delle forme e della composizione di matrice neoprimitivista. Gli stormi di Giusy Calia si affiancano ai laghi di Axel Hütte, in un dialogo tra geometrie aeree e specchianti della natura nell’acqua.