In un territorio come quello italiano la contiguità tra infrastrutture e beni culturali e paesaggistici è ineludibile.
Non per questo tra i due campi si è sviluppata, almeno nei tempi più recenti una qualsivoglia forma di relazione virtuosa, se si escludono rarissimi casi. Al contrario, si è andata affermando una reciproca estraneità che ha spesso assunto l’aspetto di vera e propria insofferenza.
Eppure in Italia i due campi costituiscono, ognuno a suo modo, un’emergenza. L’uno quello dei beni culturali e paesaggistici a rischio continuo di degrado o distruzione, l’altro, quello delle infrastrutture e in particolar modo quelle legate al movimento, incapaci di rispondere alle esigenze funzionali di un paese moderno e all’attenzione necessaria nei confronti di un ambiente cosi delicato come quello italiano, D’altro canto, proprio quella contiguità potrebbe costituire una straordinaria occasione di protezione e sviluppo purché le due culture che presiedono alla progettazione delle infrastrutture e alla salvaguardia dei beni culturali escano dal loro “autismo”, si rinnovino e sperimentino momenti di incontro.
Se in Italia le autostrade diventassero permeabili e attente al territorio, le strade e le ferrovie rispettassero l’equilibrio del paesaggio, se le stazioni tornassero a rappresentare le città di appartenenza e le loro specificità e l’enorme massa delle infrastrutture dismesse fosse riconvertita ad un riuso leggero e sostenibile, si aprirebbero straordinarie occasioni di progettazione e di riordino del territorio legate sia alla sua conoscenza che ad un uso compatibile con le culture e le differenze che ha sempre espresso.
Alberto Ferlenga
Intervengono:
Claudio De Albertis, Presidente della Triennale di Milano
Roberto Cecchi, Sottosegretario Ministero Beni e Attività Culturali
Alberto Ferlenga, Politecnico di Milano
Franco Iseppi, Presidente Touring Club Italiano
Carlo Magnani, Università Iuav
Nicola Zanardi, Hublab
Triennale di Milano, 1 Febbraio 2013 ore 18.00.