Nel Forum dell’OICE, che si è tenuto il 20 a Milano sul tema del BIM (Building Information Modelling), si è anche parlato del nuovo Codice appalti – il decreto legislativo del 18 aprile 2016, n. 50 – entrato in vigore a seguito della sua pubblicazione sulla gazzetta ufficiale, ed anche delle linee guida che MIT e ANAC dovrebbero emanare per fornire indicazioni agli operatori del settore.
Al riguardo il Consigliere ANAC, Michele Corradino, ha annunciato che all’inizio della prossima settimana potrebbe essere messa in consultazione la bozza di linee guida attuative del decreto 50/2016.
Rispetto al nuovo Codice appalti, Corradino ha sottolineato che “il BIM può costituire uno strumento per rimodellare il rapporto fra impresa e amministrazione in chiave di innovazione e qualità e per ridurre conseguentemente le varianti”.
“Va però evitato – ha continuato Corradino – il rischio di una banalizzazione dello strumento, che non deve essere un costo in più per le piccole e medie imprese; bisogna inoltre stare molto attenti ad evitare distorsioni della concorrenza nell’uso del BIM e quindi non possiamo consentire alcun privilegio sui modelli da utilizzare perché va sempre garantita la clausola di equivalenza”.
Il Presidente dell’OICE, Gabriele Scicolone, ha rivendicato il ruolo di OICE come punto di riferimento sulla materia sia per gli operatori, sia per le committenze: “Siamo all’inizio di una nuova era di regole che valorizzano la centralità del progetto, da sempre sostenuta dall’OICE; sul BIM eravamo perplessi in ordine alla sua obbligatorietà ma l’approccio finale, graduale, rappresenta adesso un elemento positivo. Le nostre società sono pronte o si stanno attrezzando, il punto è che anche le stazioni appaltanti devono rapidamente organizzarsi. Questa è la sfida del futuro”.
Bilal Succar, professore all’Università di Newcastle (Australia), ha poi svolto una approfondita relazione illustrativa sui processi evolutivi del BIM “che consistono nella sostanza in una trasformazione digitale in termini di gestione dei dati che consentirà risparmi di costi e risparmi di tempi, così come molti benefici anche sulla comunicazione è la rappresentazione dei progetti nella loro evoluzione. Il BIM non è un optional, è necessario; più si è pronti, più si avranno vantaggi. Vi saranno forti impatti anche sui project manager interni alle società di ingegneria, sulle imprese di costruzioni e nei rapporti con il cliente, che diverranno più trasparenti e efficaci. Ci vuole almeno un anno per passare dal pre-BIM al BIM integrato e bisogna dedicare molto tempo alla formazione”.