Amica di intellettuali e artisti, socialista e poi sostenitrice del regime fascista, Margherita Sarfatti lega il suo nome al gruppo di Novecento Italiano, che segue nella prima formazione e promuove con tenacia dal 1924 superando i confini nazionali.

Sono gli anni del ritorno all’ordine e del recupero della tradizione artistica, che Sarfatti interpreta coniando la celebre definizione di “moderna classicità”.

L’esposizione al MART di Rovereto “Il Maestro e Margherita”, (che non ha nulla a che vedere con il famoso libro di Michail Bulgakov), è frutto di un progetto unitario con il Museo del Novecento di Milano, con un unico catalogo edito da Electa. Le due mostre, autonome e complementari, permettono di analizzare la complessa personalità di Sarfatti, con un affondo sull’arte degli anni Venti a Milano e una prospettiva sul ruolo di Margherita ambasciatrice dell’arte Italiana nel mondo.

In concomitanza con la mostra allestita al Mart, il progetto espositivo di Casa Depero affronta (20 OTTOBRE 2018 / 24 FEBBRAIO 2019) un aspetto particolare dell’attività critica di Margherita Sarfatti (1880 – 1961): il suo rapporto con il Futurismo e con Filippo Tommaso Marinetti.

Dalla frequentazione del salotto milanese di Margherita Sarfatti (scrit¬trice, giornalista, critica d’arte e promotrice della cultura italiana) alla Biennale di Venezia del 1926, la mostra ripercorre i principali momenti di questo confronto, approfondendo le vicende del Futurismo negli anni del regime.

L’esposizione si avvale di un nucleo di opere provenienti dalle Collezioni museali e dell’importante documentazione del Fondo Sarfatti conservato presso l’Archivio del ’900.

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